PIU’ BICICLETTE, MENO FARMACI

L’informazione la distribuisce chi la controlla, non chi la fa. Chi controlla l’informazione ha molto più potere di chi la fa. Anch’io faccio informazione, leggete questo titolo e provate a capire la quantità di informazione devastante, destabilizzante e rivoluzionaria che c’è in questo titolo, ce ne sarebbe per fondare un partito. Però quest’informazione non viaggia perché non è conveniente in termini economici. Sarebbe molto conveniente in termini di salute, anzi dopo essere stata la nazione pilota nella lotta contro il Covid potremmo essere pure la nazione pilota nel provare a vedere se con più bici e meno farmaci si sta molto meglio (e scopriremmo che i vantaggi dati da questa campagna sono sorprendentemente superiori a quelli dati dalla lotta al Covid con sistemi repressivi) ma in termini economici sarebbe un vero disastro ed allora il progetto non parte nemmeno anzi non è proprio un progetto ed ogni sindaco che prometta una miglior ciclabilità nella propria città rischia di fare brutte figure con i suoi elettori perché poi viene sempre controllato dai poteri forti che lo portano molto dolcemente a più miti propositi.

Ho più volte scritto che la vera rivoluzione, la rivoluzione non violenta, può essere innescata solo da orde di pazzi scatenati che si mettono in testa che è arrivata l’era delle bicicletta e che sono consapevoli che questo non è un passo indietro ma un terribile balzo nel futuro.

Con la bici si possono vincere anche le guerre, se invece che armi mandavamo un milione di ciclisti a vedere cosa succede in quelle terre erano costretti a sospendere le ostilità, il primo che faceva partire un missile avrebbe perso la guerra mediatica che ormai conta più di quella sul campo. Un milione di ciclisti, più forti della bomba atomica, ma troppo pericolosi per l’economia dell’intero pianeta perché probabilmente con una mossa così crollavano le borse di tutto il mondo. Se vince la bicicletta il mondo va a rotoli, si frena la produzione e saltano tutti gli ingranaggi.

L’informazione la fa chi la controlla. guardate quanta pubblicità di biciclette passa in televisione, e si sa che sono utili e decisive per risolvere molti problemi di salute nostri e dell’intero pianeta, è guardate quanta pubblicità di farmaci fanno, quelli che, per stessa ammissione di chi propugna il vaccino a tutti gli abitanti della terra senza guardare in faccia nessuno, sono ritenuti responsabili di più reazioni avverse e danni alla salute dello stesso vaccino. Ci lamentiamo perché pubblicizzano per tutti un vaccino la cui inoculazione dovrebbe essere attentamente ponderata in una complessa valutazione di rischi e benefici per il paziente quando tolleriamo che tutti i giorni pubblicizzino in modo martellante farmaci che fanno più danni ancora del vaccino.

Figuriamoci se in un contesto del genere può essere pubblicizzata la bicicletta, decisiva per riacquistare la salute ma troppo pericolosa per la nostra economia. Il primato della salute sull’economia non è mai esistito, fin dai tempi della rivoluzione industriale e Taranto è un fulgido esempio della perpetuazione di quello stile, ma se studiamo bene la storia potremmo accorgerci che anche già prima della rivoluzione industriale un certo tipo di economia prevaricava sulla salute dei cittadini. Basti pensare all’economia della guerra dove in nome della tutela della Patria si sono sempre mandati i soldati al fronte come carne da macello, la salute in cambio dello splendore della Patria.

Sarebbe bello che dello splendore della Patria cominciassimo a fregarcene un po’ e pensassimo di più alla nostra salute, ma tutto parte da un certo tipo di informazione. Questo articolo sarà letto da qualche centinaio di persone, potreste dire che è la dimostrazione che l’informazione è libera. Sono sicuro che se fosse letto da centomila persone (e non so proprio immaginare in che modo, visto che i miei articoli bomba arrivano a 1000 lettori o poco più…) verrebbe fuori qualcosa per cui è fuorviante, ingenuo e comunque non tiene conto di cose molto importanti di cui al giorno d’oggi non ci si può fare un baffo.

Non è importante la qualità dell’informazione è importante che quella che da fastidio viaggi su binari ben sicuri al riparo da ogni rischio di deragliamento. Questa non deraglia di certo, anzi il primo sistema di controllo lo predispongo io, se dovessi superare i 1000 lettori con questo articolo vi avviso così tentiamo di non fare danni perché se si sa in giro che per conquistare la salute bisogna andare di più in bici e usare meno farmaci inutili è un vero disastro per l’economia.