PERCHE’ NON ESISTE UN’ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ MOTORIA ALL’APERTO

La risposta vera è: “Non lo so”, però si potrebbero fare delle ipotesi sulle motivazioni che permettono il perpetuarsi di questa grave lacuna in un paese che ha nella sedentarietà diffusa una vera e propria emergenza sanitaria nazionale.

A livello pubblico bisogna ammettere che è solo incompetenza dei nostri amministratori. Non sono lungimiranti, non esistono tecnici dell’attività motoria, non sono previsti per alcun incarico e se per sbaglio se ne trovano qualcuno fra i piedi come è malauguratamente capitato con l’attuale ministro dell’istruzione tentano pure di delegittimarlo prima ignorando o facendo finta di ignorare importanti disposizioni che ha dato (tipo quella sui compiti a casa per gli scolari) e poi con campagne denigratorie montate ad arte per convincerlo a rientrare nei binari quanto prima.

A livello di privato non ci si può attendere molto. L’attività motoria è anche un business, anzi a livello privato forse “soprattutto” un business ed una eventuale strutturazione capillare dell’attività motoria all’aperto su vasta scala non solo non è economicamente conveniente per i privati (c’è poco da “mangiarci su”) ma forse è addirittura sconveniente per un certo tipo di strutture che sopravvivono solo grazie alle mode ma non per una reale utilità pubblica.

Io predico sempre che i tecnici di attività  motoria se vogliono che anche l’offerta privata venga riqualificata devono tornare a fare il loro mestiere e devono smetterla di prestare la loro immagine a imprenditori che vogliono far camminare la gente al coperto e farla andare su biciclette che stazionano sempre sullo stesso posto.

Gli imprenditori muovono i capitali ma i tecnici hanno una loro dignità e possono avvallare ciò che è professionalmente sensato e bocciare ciò che non ha motivazioni tecniche razionali.

Detto questo, in Italia ci sono troppe persone che svolgono attività motoria al coperto che andrebbe svolta all’aperto. Poi ci sono anche molte persone che avrebbero bisogno di svolgere attività riabilitative che vanno fatte al coperto che non trovano i tecnici preparati a condurle perché questi tecnici sono impegnati a far pedalare la gente al chiuso. Insomma, ciò che andrebbe fatto all’aperto viene fatto al chiuso sotto la supervisione di un tecnico che non c’è nessun motivo per cui deva stare lì in modo continuativo e chi ha bisogno di assistenza per riabilitazione fa fatica a trovare spazi e tecnici perché sono tutti impegnati nelle attività “alla moda” che alimentano il business. L’insegnante di educazione fisica, se è onesto, appena ti ha messo in sesto ti spedisce fuori all’aperto a fare attività fisica e non ti tiene chiuso fra quattro mura a pedalare in modo alienante e non “allenante”.

Inutile fare polemiche sugli imprenditori che si divertono di più a riempire le sale di attrezzi e di tecnici sottopagati che non di personale qualificato, i primi ad aprire gli occhi devono essere proprio gli insegnanti che devono rifiutarsi di accettare certi incarichi.

La gente non chiede assistenza tecnica all’aperto perché non si sa a chi chiederla, non immagina nemmeno che chiederla possa essere un diritto del cittadino del terzo millennio. Se hai bisogno di fare attività motoria devi andare a chiuderti in una palestra privata perché è solo lì che puoi trovare l’assistenza di un tecnico che ti può seguire e consigliare nella tua battaglia contro la sedentarietà.

Il mestiere di tecnico dell’attività motoria all’aperto non esiste ed è solo una panzana inventata da “Personal Trainer Gratuito”, ma comunque non trova motivazioni economiche di alcun tipo, in nessun ambito. Per i privati un cliente che si arrangia in qualche modo all’aperto è un cliente potenziale in meno che frequenta la palestra perché, se non ci sono problemi particolari, questo può benissimo svolgere la sua attività all’aperto senza mai mettere il piede in palestra.

Molti scappano dalle palestre annoiati o perché non riescono a trovare soluzioni ragionevoli ed efficaci in tempi brevi ai loro problemi. Dobbiamo fare in modo che nelle palestre aumenti la disponibilità di personale qualificato perché se questo lavora bene allora davvero si riducono i tempi di riabilitazione della clientela. Il problema della noia nell’attività fisica non si deve nemmeno porre perché il soggetto sano non va tenuto in palestra e se non è sano i protocolli riabilitativi efficaci non devono avere durata eccessiva.

Il mio sospetto sulla mancanza di una rete di organizzazione dell’attività all’aperto è che si voglia tenere in piedi un’ immagine dell’attività motoria di tipo imprenditoriale dove la palestra è quell’ambiente tipo discoteca, dove ci si va per divertirsi e passare il tempo libero, dove meno tecnici ci sono e meglio è perché insomma “Siamo qui anche per divertirci mica solo per cercare la salute…” . Ed io sono d’accordissimo che l’attività motoria si fa anche per divertirsi, anzi “soprattutto” per divertirsi come predico sempre sul mio sito, ma quando si tratta di mettersi in sesto ed è per quello che si frequenta la palestra si tenta di ottimizzare la riabilitazione al meglio per risparmiare tempo e danaro e poter uscire dalla palestra quanto prima. Nell’immagine attuale della palestra non si vuole proprio uscire da quelle quattro mura perché diventato un luogo divertente dove socializzare e stare tutto l’anno, pure d’estate con l’aria condizionata quando fuori ci sono 35°.

Il buon senso ci dice che le rivoluzioni non si fanno dall’oggi al domani e se per motivi essenzialmente commerciali e non di salute pubblica si è creata questa immagine di palestra-discoteca non è che tale immagine, per quanto piuttosto assurda, si possa smontare in un amen. Quello che è opportuno considerare però è che c’è molta gente che per età, caratteristiche psicologiche, disponibilità finanziare e quant’altro non è molto propensa ad appoggiarsi a questo sistema delle palestre-discoteche ed ha invece bisogno di personale qualificato da consultare magari in modo anche saltuario per poter gestire l’attività motoria all’aperto che è l’attività motoria che tutte le persone sane sono portate istintivamente a svolgere.

Al  momento esiste Personal Trainer Gratuito ed è veramente un po’ pochino anche perché non si sa dove trovarlo, ha delle idee tutte sue (tipo “no pesi, no integratori…”) e sarebbe più che giusto anche potersi confrontare con qualcun altro. Io mi auguro che almeno qualche amministratore locale si renda conto che, come sono importanti i percorsi della salute, è pure importante mettere a disposizione della cittadinanza un po’ di assistenza tecnica, altrimenti verremo stritolati dalle palestre-discoteche.