…MA SOPRATTUTTO SULL’ENTUSIASMO

Nell’ultimo articolo mi sono soffermato sulle paure, sostenendo come in generale, ma anche in modo specifico nello sport, le paure siano molte volte benedette ed essenziali per farci vivere meglio (e pure per farci condurre una pratica sportiva duratura che non si schianta alle prime difficoltà) mentre è di moda combattere paure di tutti i tipi come se queste non servissero a niente e fossero solo d’impedimento nella nostra esistenza, ora vorrei considerare cose analoghe osservate non dal punto di vista della paura ma da quello dell’entusiasmo che troppo spesso siamo portati a trascurare… proprio perché affannati a combattere paure che potremmo benissimo fare a meno di combattere.

Riparto pari pari dagli esempi citati nella paura per vedere le cose da un altro punto di vista. Se c’è un cane che mi fa paura ed il suo padrone si affanna a farmi capire che non dovrei avere paura perché così… non mi morde la colpa non è mia ma di quel padrone che non ha capito che del suo cane non me ne frega niente. Peggio, non solo non me ne frega niente, addirittura mi fa paura e pertanto non ne voglio proprio sapere di averci a che fare. Al contrario se questo cane mi piacesse e addirittura fosse entusiasmante per me poterlo accarezzare e giocarci assieme allora probabilmente sarei disposto a combattere le mie giustificate paure sul fatto che mi possa mordere. Nel momento in cui io faccio capire al padrone che non ho nessun tipo di entusiasmo per quel cane questo deve rassegnarsi al fatto che un rapporto fra me ed il suo cane in quel momento non può esistere e non è certo la grazia che mi concede “non mordendomi” se non ho paura che lo può accendere.

Passiamo all’acqua. Chi non ama l’acqua non ci vive dentro rilassato. Sapere che “deve” stare rilassato altrimenti se non sa nuotare va a fondo non è molto di conforto. Chi non ama l’acqua non deve stare rilassato in acqua, deve semplicemente evitarla perché per lui è pericolosa. Pertanto deve prima combattere i pericoli che corre chi non sa nuotare, per esempio avendo l’accortezza di immergersi solo laddove l’acqua non supera certi livelli oppure con tutti i sistemi di protezione che occorrono a chi non sa nuotare. Il passo successivo se vuole instaurare un buon rapporto con l’acqua, è quello di scoprire che a volte può essere gradevole stare anche in acqua e allora potrà arrivare anche il momento in cui si prova un sano interesse per il tentativo di sopravvivere anche dove l’acqua è alta e potenzialmente più pericolosa.

In questi due esempi ho toccato un punto che c’entra poco con la paura ma è l’ingrediente numero uno per combatterla o comunque per affrontarla: l’entusiasmo. Nello sport molti soggetti che si arrendono presto non è che abbiano una fottuta paura della fatica ma semplicemente non hanno entusiasmo per lo sport. Se c’è entusiasmo la paura per la fatica, anche se non viene repressa magicamente, può passare in secondo ordine.

In certi casi può paradossalmente aumentare nel senso che per esempio lo sportivo appassionato ha ancora più paura del neofita della fatica perché mentre a questo della fatica non interessa poi molto allo sportivo appassionato interessa molto disciplinare la fatica affinché un esubero di questa non possa intaccare la passione per lo sport.

Insomma è più sensato dedicare tempo all’analisi delle cause che scatenano l’entusiasmo che non a quelle che scatenano la paura, perché mentre eliminare le paure non è sempre produttivo, alimentare l’entusiasmo è praticamente sempre utile.

In questo ragionamento un po’ contorto partire dall’entusiasmo ci permette di razionalizzare l’atteggiamento nei confronti della paura perché è il primo che ci da la vera motivazione per muoverci di conseguenza e quindi, tornando ai cani, come si dice che il cane non muove mai la coda per niente anche l’uomo non fa nulla di particolare senza una motivazione precisa. Quindi se di incontrare il tuo cane non me ne frega niente non mi interessa nemmeno smontare la sana paura gratuita che ho che mi morda e pertanto il problema non è mio che non lo voglio conoscere ma tuo che lo devi mettere in sicurezza a meno che tu non voglia trasmettermi l’entusiasmo per il tuo cane ma allora quello è un altro discorso che è difficile che parta dal fatto che lui mi premia “non mordendomi” se non ho paura di lui.