LA LEZIONE DI TECNICA DEL GIAVELLOTTO

Mi verrebbe da scrivere “La lezione di tecnica DAL giavellotto” perché quanto ho ascoltato ieri sera è una lezione per tutto lo sport in generale più che esclusiva per il lancio (più tecnicamente “tiro”) del giavellotto.

Sono andato ad ascoltare questa relazione sul giavellotto anche se non mi occupo mai di lanci come tecnico, li osservo, mi è capitato di sentirmi un pirla perché sono stato assolutamente zitto con un ragazzo della mia squadra che mi stavo rendendo conto che stava andando incontro ad un terzo nullo in una gara finendo fuori classifica nella stessa, ma, proprio perché non sono un tecnico del settore, guardo la disciplina come spettatore senza mai metterci becco.

Sono andato ad ascoltarmi la relazione, perché, anche conoscendo il relatore, avevo la sensazione che si sarebbe andati a parare su cose che interessano anche a chi si occupa di corsa o comunque di sport in generale senza particolari specializzazioni nel settore lanci. Ebbene, le aspettative non sono state disattese nel senso che è passato un concetto chiave: nei lanci sviluppare la forza in modo esagerato senza curare l’aspetto tecnico con la dovuta attenzione è una fesseria clamorosa, un errore imperdonabile, cosa addirittura pericolosa per il lanciatore che in qualche modo grazie ad un surpluss di forza netto riesce a buttare l’attrezzo su misure accettabili ma lanciando male rischia pure di farsi nel male, per cui impiegare troppo tempo e troppa fatica ad allenare esclusivamente la forza non è solo fatica sprecata ma pure atteggiamento pericoloso per la salute dell’atleta.

Non potevo evitarmi la domanda sul fatto che, a questo punto, dovrebbero essere proprio i tecnici di lanci a far chiarezza sull’argomento, forti di una esperienza superiore a quella degli specialisti di altri settori quali salti e corse. La risposta è stata un po’ disorientante ma non del tutto imprevedibile. “In effetti anche nel mondo dei lanci c’è chi ancora tende ad esagerare nello sviluppo della forza nella preparazione generale, è vero che essendoci passati per primi dovremmo insegnare agli altri ma purtroppo ci sono ancora scuole di pensiero refrattarie all’idea di dare la precedenza assoluta all’aspetto tecnico. Ciò dipende un po’ anche dalla scuola sovietica che ha trovato adepti in tutto il mondo. Gli americani esagerano con i pesi né più né meno dei russi che continuano a fare quasi tutto ciò che si faceva nell’Unione Sovietica anche se l’U.R.S.S. non esiste più da ormai più di trent’anni.”