LA DIVULGAZIONE IMPOSSIBILE

Meditando, fin troppo perché in tempo di pandemia non si può fare proprio un cavolo e si finisce per pensare molto di più anche a cose che lo stress quotidiano non ci fa pensare per niente, mi sono reso conto che questo sito avrebbe potuto essere impostato molto diversamente.

Invece che un’ infinità di articoli letti da una ristretta elité di persone, molti meno articoli letti da un buon numero di lettori. A livello divulgativo avrebbe avuto senz’altro un incidenza superiore ed effetti più apprezzabili.

Allora, premesso che gli argomenti trattati anche se in un’infinità di articoli, gira e rigira sono sempre quelli, che il mio linguaggio un po’ per mia incapacità ma anche per complessità degli argomenti trattati a volte è piuttosto incomprensibile, sarebbe stato utile almeno essere più immediati affinché quella ristretta elite di lettori che mi seguono o che hanno avuto la sventura di piombare su questo sito potessero avere una percezione abbastanza immediata della storiella che vado raccontando da qualche annetto. E’ una storiella di difficile divulgazione e forse spiegare perché la diffusione di queste cose è molto difficile se non impossibile è già un buon sistema per far capire alcune cose.

Partiamo da una domanda che può già chiarire molte cose e che mi pongono spesso: “Ma chi te lo fa fare?”. Nessuno. E’ per questo che non ho mezzi di pubblicizzazione e non posso ingigantire la portata del sito. Però si può fare la domanda della domanda e allora già si intuisce qualcosa di più: “Perché nessuno ti propone di organizzare in modo più efficace questo sito che potenzialmente,  per qualcuno, potrebbe pure essere interessante?” E la risposta, abbastanza semplice, che chiarisce un punto importante è la seguente: “Perché nessuno ha un interesse economico a farlo”. L’attività motoria gratis non si vende (altrimenti non è più gratis…) non produce reddito e pertanto non interessa a livello speculativo proprio a nessuno.

E’ già tanto che questo sito non rompa le scatole e non venga ostacolato nella sua diffusione. Perché? In primo luogo rompe le scatole ad Internet ed in questo senso devo ammettere che per me è stata una piacevole scoperta e devo ammettere che per certi versi Internet è pure democratico.

Le più grosse critiche a questo sito sono arrivate proprio ad Internet. Più volte ho scritto che uno può benissimo fare attività motoria di testa sua, basta che non si faccia traviare da Internet. Praticamente Internet sarebbe uno dei principali protagonisti della deriva culturale dell’attività motoria di massa e più volte ho sostenuto che se uno riesce ad ignorare Internet è già a buon punto. Tale affermazione è molto strana perché queste cose io le comunico su un sito Internet (poi le comunico anche dal vivo ai miei interlocutori ma non posso avere l’incidenza che mi può offrire Internet stesso in tal senso) ed è curioso che il sistema stesso che critico mi dia la possibilità di criticarlo aspramente.

Allora tanto per essere chiaro io dico che la tragedia è la pochezza dei contenuti di Internet non il sistema di divulgazione. Il sistema di divulgazione funziona né più né meno che come una qualsiasi bottega. Se c’è qualcosa da vendere la bottega funziona e si espande, se non c’è niente da vendere la bottega va avanti solo se chi la tiene aperta si diverte a farla andare avanti e questo è il mio caso.

In effetti c’è pure un aspetto divertente di Internet ed è che l’impossibilità di monetizzare i contenuti trasmessi non è letale ai fini della trasmissione degli stessi. Insomma è una bottega che, in piccolo, può funzionare anche senza flussi di danaro. Ovviamente in piccolo perché senza flussi di danaro è preclusa ogni possibilità di ampliamento della divulgazione.

Chiarite queste cose, che anche se sembrano piuttosto semplici alla fine non lo sono, ci si potrebbe porre un ulteriore quesito sulla possibile divulgazione di contenuti che abbiano come argomento la diffusione di un’attività motoria gratis per tutti. Chi potrebbe trarne giovamento? Di sicuro nessun privato, se non circola danaro non c’è nulla da ciucciare. La risposta per esclusione resta una sola: le istituzioni pubbliche. E lì non si può negare che uno spiraglio di speranza ci sia. In particolare il sistema sanitario nazionale potrebbe trarre grandi benefici dalla diffusione dell’attività motoria su vasta scala. Ma allora perché non ci si butta? Rispondo con un argomento che sembra distante da questo ma è figlio della stessa ottica: per lo stesso motivo per cui lo stato non ha previsto ancora la formulazione di una legge che impedisca la pubblicità delle medicine. La pubblicità delle medicine in un paese evoluto non dovrebbe esistere perché aumenta la piaga dell’eccesso di utilizzazione di farmaci inutili e talvolta dannosi che dovrebbe essere costantemente controllato dai medici di base e che finisce per gravare con inutili e gravosi costi sul bilancio sanitario nazionale perché tale pessima abitudine tende ad abbassare il livello medio di salute della popolazione rendendola più bisognosa di controlli medici offerti dal servizio stesso. Nel momento in cui il cittadino acquista il farmaco inutile lo stato non ci rimette nulla perché il prodotto è acquistato dal cittadino come se fossero caramelle, nel momento in cui il cittadino si ammala perché ha abusato di un farmaco che alla lunga non fa per niente bene alla salute ci smena anche lo stato perché interviene con le prestazioni gratuite in favore del cittadino preso in giro dalla pubblicità inopportuna.

L’attività motoria gratuita per tutti potrebbe tornare utile anche alle casse dello stato. Il problema è che non si sa come organizzarla ed, alla fine non sarebbe proprio gratis per lo stato ma sarebbe comunque un onere.

Mi spiego: quando in modo monotono, esasperante e ripetitivo all’ennesima potenza dichiaro che la questione delle piste ciclabili sul territorio nazionale non è una questione di secondaria importanza ma è l’asse sul quale può ruotare tutto un tipo di nuova economia basata su nuove abitudini, nuovi consumi ed un nuovo modo di intendere la salute, pongo una questione politica. E’ una questione politica spinosissima perché impone scelte rivoluzionarie e molto onerose per certi versi. Allora se lo stato potrebbe avere anche interesse ad aumentare la quota di attività fisica dei cittadini per avere un contenimento dei costi del sistema sanitario nazionale (se la salute generale migliora c’è meno bisogno di controlli medici, ci sono meno ricoveri e c’è pure un risparmio su costi di farmaci usati in modo sistematico e rimborsati dal sistema sanitario nazionale) non ha interesse a crearsi nuovi problemi di tipo politico. Anche qui per chiarire la faccenda mi tocca andare su esempi molto distanti. Negli Stati Uniti (addirittura oltre oceano…) l’assistenza sanitaria non viene ancora ritenuta un diritto per i cittadini. In compenso hanno una sorta di distribuzione di attività motoria grazie al sistema scolastico che rispetto alla nostra è di un’ altro pianeta. Il ragazzo che si impegna nello sport a scuola può anche raddrizzare situazioni potenzialmente compromesse (il mitico Forrest Gump che, anche se inevitabilmente caricato, narra di cose realmente riscontrabili negli Stati Uniti), da noi il ragazzo che si impegna nello sport viene incentivato a smettere perché deve concentrarsi di più sugli studi ed è già tanto che non paghi per fare sport perché concretamente mai la scuola offre possibilità di attività fisica sufficienti in gruppi sportivi scolastici che praticamente non esistono.

Pensare ad uno stato che, oltre all’assistenza sanitaria gratuita, offra anche l’attività motoria gratis per tutti è un’ idea politica assolutamente non comoda per un sistema politico impostato in tutt’altro modo.

Se negli Stati Uniti non ci sono sollevazioni popolari per chiedere l’assistenza sanitaria per tutti (e, nella nostra ottica forse potrebbero pure esserci…) non si vede perché nel nostro territorio sia il caso di creare una fantomatica esigenza di attività motoria per tutti visto che non è nemmeno richiesta dalla popolazione.

Insomma nella nostra cultura l’attività motoria per tutti è un vezzo radical chic. Vi sono molte altre cose ritenute più urgenti e bisogna anche ammettere che lo sono. Sarebbe già più che sufficiente far capire che l’attività motoria per tutti anche se non quella in cima alla lista è comunque un’urgenza perché ha a che fare con la salute dei cittadini e non con esigenze procrastinabili alle quali si può rinunciare a cuor leggero.

Ritengo che la palla politica più brutta da affrontare sia quella relativa alla gestione del tempo libero di molti cittadini. Le piste ciclabili sono necessarie perché la gente deve riuscire a fare attività motoria nei momenti che altrimenti sarebbero dedicati agli spostamenti in auto ma il fatto che i cittadini non abbiano nemmeno il tempo per svolgere quella quota di attività motoria necessaria per stare in salute è un indice piuttosto grave di squilibrio sociale, anche peggiore della mancanza di piste ciclabili.

Alla fine questo sito rompe le balle a tutti, ai privati perché l’idea di una possibile attività motoria gratis per tutti non fa certamente comodo a chi si fa pagare fin troppo salatamente, alle istituzioni perché propagandare un sistema che possa prevedere un’attività di vera profilassi sanitaria tramite l’attività motoria scopre un nervo che nel nostro paese fino ad ora tutto sommato non ha ancora scoperto nessuno ed ai singoli cittadini rompo pure le balle perché continuo a ripetere che invece di guardare cosa dice lo specchio (su abile suggerimento della televisione e di tutta l’informazione di serie “B” in tema di attività motoria) bisogna sentire bene cosa ci racconta il nostro organismo. Possibilmente facendo molta attenzione a tutte le panzane scritte su Internet, compreso queste che avete appena letto…