IL MIO PUNTO DI VISTA SUI CERTIFICATI MEDICI PER LA GINNASTICA PER LA TERZA ETA’

Visto che sui certificati medici per la ginnastica per la terza età ognuno dice la sua, invece che perdermi nella solita analisi del cavillo legislativo che ormai fa solo ridere, ho deciso di esprimere un mio punto di vista. Siamo tutti tecnici della nazionale, siamo tutti legislatori in tema di certificati medici per l’attività motoria dal momento che ormai le interpretazioni contano più della legge.

Voglio spiegare perché io appoggiavo pienamente lo spirito della legge che si proponeva l’intento di esonerare dall’obbligo di produzione di inutili scartoffie gli anziani sia per snellire la burocrazia attorno a queste cose che per contenere i costi da sostenere per poter effettuare questi salutari corsi di attività mirata per gli anziani. Non riesco ancora a spiegare, invece, che interesse ci sia a dare interpretazioni diverse della legge, ripristinando l’obbligo di produzione del certificato con arzigogolati ragionamenti, per il semplice motivo che queste interpretazioni non me le sono inventate io e non capisco assolutamente che senso abbiano.

Sono  convinto che debba esistere un canale di comunicazione fra insegnante di educazione fisica (che è il primo anello della catena e “certificatore” dell’attività che si va svolgere  in palestra) allievo e medico di base. Chiariamo subito che vedo come unico responsabile della parte medica, almeno nei casi “normali”, il medico di base perché qui stiamo parlando di attività che nulla hanno a che fare con lo sport  e pertanto i medici di medicina dello sport non hanno alcun motivo di essere interpellati al riguardo. Al limite il medico dello sport potrebbe essere chiamato in causa per alcuni casi particolari ma, da profano, ritengo che tali casi siano meglio valutabili dai servizi specialistici di geriatria più che di medicina dello sport proprio perché ci riferiamo a casi limite che non riguardano lo sport e riguardano più la geriatria. In sintesi l’anziano che non può nemmeno svolgere una normalissima e leggerissima attività fisica è impedito a questo da motivi geriatrici più che da motivi di “sovraccarico sportivo” che non possono e non devono esistere in tali contesti. Un anziano che non cammina più lo porto dal geriatra e non dal medico dello sport.

Il medico di base ha un grosso vantaggio, che conosce il paziente e, senza bisogno alcuno di produrre scartoffie,  può certamente valutare se il suo paziente è in grado di condurre una normale attività motoria per anziani. Questo parere lo può direttamente comunicare al paziente che, senza nessuna violazione di privacy, lo comunica all’insegnante che provvede ad accogliere in palestra il soggetto per svolgere questa “normale e mirata” attività fisica. Tutto fila liscio nel momento in cui l’insegnante è una persona affidabile che svolge effettivamente l’attività per la quale è stato contattato. Se l’insegnante si mette a fare cose diverse che non hanno attinenza con la ginnastica  per la terza età allora è pienamente responsabile di eventuali inconvenienti che possono insorgere perché qui non c’è un problema di salute bensì un problema di scorretta interpretazione dell’incarico. Questo è puro esercizio di fantasia perché al giorno d’oggi anche i sassi sanno cos’è l’attività motoria per la terza età e un insegnante che non vuole accettare quell’incarico lo rifiuta semplicemente e non andrà mai ad accettarlo per svolgere poi un attività che non è per la terza età, non ha alcun interesse a farlo. Nessuno si sogna di spingere al limite gli anziani, non giova a nessuno, non si hanno notizie di qualche folle che ci abbia provato. Al contrario può accadere che, nonostante il parere favorevole del medico di base, l’insegnante possa avere qualche timore ad accettare in palestra un anziano che presenta forti segnali di scompenso fisico e dimostra di avere capacità motorie residue molto ridotte. In tale situazione non sarà certamente la produzione di un certificato a restituire l’efficienza al paziente e la tranquillità all’insegnante. Questi sono proprio i casi dove insegnante e medico (e qui i problemi con la privacy possono esistere perché il paziente dovrebbe sempre intermediare la comunicazione…) devono valutare bene pro e contro dell’attività fisica. Responsabilità oggettive non ce ne sono perché una volta che hai valutato che l’attività fisica è utile si può pure morire in palestra. Si muore dappertutto, si muore anche in palestra e, statisticamente, anche se per fortuna la casistica è estremamente bassa, si scopre che può benissimo morire a sorpresa l’individuo che era nelle migliori condizioni fisiche. Non per questo si bloccano i corsi di ginnastica, non per questo ci si mette a chiedere a tutti la produzione dei risultati di sofisticatissime indagini cardiologiche.

Il medico di base può certamente consigliare ed io direi anche “obbligare” alcuni soggetti a sottoporsi a degli esami particolari se questi sono affetti da certe patologie o se comunque presentano alcune condizioni di rischio che rendono utile fare questi esami, ma queste indicazioni rientrano nella normale professione del medico di base e non è certamente per il fatto che uno si mette a fare la ginnastica per la terza età che vengono richiesti questi esami. Pertanto ciò che è necessario per la vita di tutti i giorni è ciò che serve anche per svolgere la ginnastica per la terza età. Se non sei abile per quella non sei abile nemmeno per andare in bagno da solo ed allora avrai problematiche che vanno ben al di là della redazione del certificato per la ginnastica.

Questo è un mio punto di vista estremamente personale, forse criticabile ma lo ritengo abbastanza razionale, c’è un piccolo problemino da risolvere con la legge della privacy perché a volte sarebbe molto più comodo scavalcare l’utente per avere una comunicazione più efficace con il medico di base, se siamo in grado di avere questo filo diretto è una gran cosa, se non possiamo averlo dovremo comunicare molto bene e con precisione anche su questioni delicate con l’allievo-anziano, in ogni caso non esisterà alcun certificato medico che possa migliorare questa comunicazione e pertanto produrre scartoffie è assolutamente inutile.

Qualcuno obietta che la produzione di scartoffie è un fatto meramente burocratico per questioni assicurative. A quel punto io ritengo che sia opportuno legiferare in modo da rendere assolutamente facoltative e non obbligatorie queste assicurazioni che non intervengono praticamente mai perché interviene sempre in modo efficiente il Sistema Sanitario Nazionale. Non siamo negli Stati Uniti, non lo siamo per le cose che vorremmo avere (una per tutte una scuola che ti fa fare sport e pensa anche al tuo fisico oltre che alla tua cultura…) e non lo siamo anche per quelle che, per fortuna, abbiamo e cioè un Sistema Sanitario Nazionale che se ti infortuni ti cura senza chiederti cifre esorbitanti per queste cure. Un’ assicurazione che non serve e ti rompe le scatole dando fastidio al tuo medico di base è un’ assicurazione che può anche fare a meno di esistere.

P.s.: (dicembre 2016) Anche il CSI (Centro Sportivo Italiano), uno dei più importanti centri di promozione sportiva del nostro paese, si è espresso con chiarezza sulla questione dei certificati medici per la ginnastica per la terza età affermando che se questa è la normale attività motoria a basso impegno cardiaco normalmente praticata ormai su tutto il territorio nazionale la certificazione non è necessaria (io aggiungo che l’insegnante responsabile fa comunque bene ad accertarsi che il suo allievo dica al proprio medico di base cosa fa…). A questo punto la questione si potrebbe anche dichiarare chiusa. Poi le assicurazioni sono sempre libere di prenderci in giro o di rispettare i loro impegni ma non sarà certamente la produzione un certificato medico non obbligatorio a cambiare la serietà dei vari istituti assicurativi.