IL MENTAL COACH DEI POVERI

Sta diventando di moda la figura del “Mental Coach”. I nostri campioni vincono le medaglie alle Olimpiadi e ringranziano il “Mental Coach” che li ha messi nella giusta condizione psicologica per ottenere il successo, così, visto che tutti vogliamo imitare i grandi campioni, vorremmo anche noi il “Mental Coach” per migliorare i nostri risultati.

Nelle cose che ho già fatto senza dargli alcun nome in inglese mi accorgo che ‘sta roba del mental coach qui sopra l’ho già fatta e continuo a farla. Non faccio il mental coach di nessun atleta di alto livello, non ne ho per le mani e anche se ne avessi per le mani non sarei attrezzato a fare il “Mental Coach” per quelli perché non sono abituato ad affrontare le problematiche con le quali si trovano quotidianamente a contatto i grandi campioni.

Allora io non sono certamente un “Mental Coach” anche perché non ho frequentato alcun corso per diventarlo e posso contare solo sul mio classico esame di psicologia all’Isef peraltro preparato con molta dedizione perché, per passione, avevo deciso di dedicarci più tempo di quello che poteva richiedere per essere passato con un buon voto, ma sono invece, usando un termine in italiano, un “dissuasore” che ha a che fare con persone che non hanno i problemi degli atleti di alto livello ma hanno comunque un problema o un’opportunità di attività motoria da organizzare in un certo modo per poter vivere meglio.

Io non devo occuparmi di fare in modo che mi chiede consigli possa razionalizzare al meglio le 36-48 ore circa che dedica all’attività fisica inquadrandole in un approccio psicologico vincente. Io devo semplicemente occuparmi di convincere, anzi userei proprio la parola “dissuadere”, persone con i normali gravi problemi economici ed esistenziali che si trovano presso la popolazione comune in un normale periodo di crisi economica che dura ormai da circa 13 anni (e si può ben dire che il Covid non c’entra quasi nulla perché il consumismo ha dato segnali di cedimento ben netti già ben prima dell’avvento del Covid) che per la loro salute è bene che riescano trovare minimo cinque, ma sarebbe molto meglio anche dieci se non quindici ore la settimana da dedicare ad una equilibrata attività fisica che deve farci ridurre il consumo di farmaci spropositato che caratterizza il nostro tempo.

Praticamente il problema del campione è molto più sofisticato perché questo si allena talmente tanto che addirittura può accusare problemi psicologici per questo troppo allenamento o comunque di gestione ottimale della sfera psichica nell’affrontare questa grande quantità di allenamento. Il problema del soggetto al quale do i consigli io è diametralmente opposto: questo si allena talmente poco ed è così invischiato nelle logiche del lavoro che non ha più la forza di pensare con la sua testa e di trovare il tempo per quel minimo di attività fisica necessaria a riossigenare il cervello, a staccare dal lavoro e a riprendersi un po’ la vita che gli sfugge per colpa dello stress.

La domanda più battuta è “Come tenermi in forma preparandomi dieci minuti al giorno…” ed io a quella domanda non rispondo se non mettendomi a fare il “dissuasore” ovvero il “Mental Coach dei poveri e rispondendo: “Il tuo problema non è come utilizzare al meglio quei dieci minuti al giorno che dedichi all’attività fisica ma come riuscire a capire che devi trovare nella tua giornata una o due ore per muoverti davvero anche se ti pare già impossibile trovare dieci minuti al giorno.”

Il motto del Mental Coach dei poveri è l’antico “Lavorare meno, lavorare tutti” di Bertinottiana memoria che, anche se arriva da una corrente politica che non ho mai appoggiato, devo ammettere che aveva una valenza sociale ed un valore predittivo dei problemi che avremmo dovuto affrontare che era semplicemente sorprendente. Ci troviamo un bel po’ dopo quel motto in una società dove chi lavora non trova nemmeno il tempo per fare un po’ di sana attività fisica e chi non lavora, miracolo, non lo trova nemmeno lui perché il mestiere di disoccupato è un mestiere che ti porta via un sacco di tempo e alla fine non riesci a trovare un po’ di tempo libero né più né meno che come chi si ammazza di lavoro.

In questa opera di dissuasione mi sento un po’ come Don Chisciotte contro i mulini a vento perché chi ha ancora un lavoro se lo tiene ben stretto ed è disposto a lavorare anche dodici ore al giorno, magari pure sottopagato, per tenerselo stretto, mentre chi non ha un lavoro è troppo stressato perché non ce l’ha e perde veramente un’infinità di tempo nel continuo peregrinare fra una finta opportunità di lavoro ed un’ altra. Insomma invidiamo tutti i problemi di chi si allena troppo ed ha bisogno del “Mental Coach” vero per razionalizzare la preparazione.

Come “dissuasore” io posso solo cercare di non prendervi in giro e vi dico chiaramente che con dieci minuti al giorno non si riesce a fare il minimo di attività fisica necessaria per stare bene anche se piuttosto di niente è già qualcosa anche quello. Diciamo pure che è come quando il prete vi chiede se pregate e voi rispondete “Sì, mi faccio il segno della croce tutti i giorni”. Ecco, quel segno della croce dimostra che non siete atei come quei dieci minuti al giorno testimoniano che tutto sommato nell’attività fisica ci credete ma non si combatte la sedentarietà con dieci minuti di attività fisica al giorno così come non si combatte la secolarizzazione con uno splendido segno della croce tutti i giorni. Allora la mia prima “predica” (perché a volte mi sento davvero una specie di prete dell’attività fisica) è che se ci credete davvero un po’ di tempo per l’attività fisica lo dovete trovare comunque e sarà sottratto alla televisione, sarà sottratto alla cucina se non riuscite a lavorare un’ora in meno al giorno perché siete letteralmente schiavizzati ma da qualche parte quel tempo dovrà venire fuori perché è certo che così come è una balla spaziale che si possono imparare le lingue mentre si dorme (provateci per capire se non è una bufala…) non si combatte nemmeno la sedentarietà fin che si dorme.

Il “Mental Coach” dei poveri è un torturatore che vi istiga a trovare fuori del tempo libero da dedicare all’attività fisica nella vostra incasinatissima giornata lavorativa. Però attenzione che non è una reale tortura e se ci riuscite quando ci siete dentro non ne venite più fuori perché capite che vi fa approdare ad un livello di salute, anche mentale, superiore.

A tal proposito nella mia eterna battaglia contro lo stile televisivo (vero nemico dell’attività fisica) vi esorto a pensare che l’attività fisica non è quella rottura di balle che serve per dimagrire, tutt’altro è un’ attività molto divertente che serve per stare bene. Non solo, ma quando avete capito come funziona della bilancia non ve ne frega più niente perché avrete capito che stare bene è molto più importante che controllare tutti i giorni la bilancia.

I campioni non fanno attività fisica per soddisfare la bilancia. Cominciate a comportarvi come i campioni, muovetevi per un vero risultato e non per i risultati che la televisione pubblicizza per voi. Più tempo a camminare e meno a seguire la televisione è un’ottima scelta per liberarsi delle schiavitù del nostro tempo e questo è uno dei primi consigli del vostro “Mental Coach” dei poveri. Altro consiglio, ma qui andiamo già sul sottile: non sentitevi poveri perché non riuscite ad arrivare a fine mese, sentitevi poveri perché non riuscite a trovare un accidenti di momento per svolgere attività fisica, se riuscite a combattere quel tipo di povertà siete già a buon punto, almeno già meglio di una gran parte di italiani che non ce la fanno a trovare nemmeno dieci minuti al giorno per due esercizi in croce. Praticamente meno del segno della croce.