GLI “AMICI” E FACEBOOK

Un mio amico (un camminatore di Verona, dopo i camminatori di Cesena ci sono anche i camminatori di Verona…) mi consiglia di usare Facebook.

“Sei troppo prolisso” mi dice in tutta franchezza, “è difficile leggerti e ti faresti molta più pubblicità con Facebook.” Se dovrò passare anche da Facebook per fare pubblicità al cammino probabilmente tenterò pure quel passo.

Lo dichiaravo già nell’articolo sui 140 caratteri di avere una forte allergia per la sintesi. Ma probabilmente la forte allergia è per tutto ciò che è moderno. Sto attendendo che Facebook vada fuori moda per poterlo usare con tranquillità.

Su Facebook uno è pieno di amici, magari non li conosce nemmeno ma ha tutti questi amici. Io mi rivolgo a folle oceaniche di non amici che non mi leggono per dire in modo prolisso cose delle quali sono fermamente convinto. Forse dirle in modo prolisso è un sistema come un altro per avere la garanzia che un minimo di interesse per quelle cose chi mi sta leggendo le ha. Non sta leggendo perché l’articolo si legge facilmente ma perché è effettivamente interessato a quegli argomenti. La mia prolissità seleziona i lettori, resistono solo i veramente interessati. Poi non so se soccombono o sopravvivono ma insomma passano la selezione dei “veramente interessati”. Ed allora sbaglio perché divento elitario e mi propongo solo a quella ristretta cerchia di appassionati all’attività motoria che, probabilmente, non avrebbero certamente bisogno delle mie elucubrazioni contorte per apprezzare l’attività motoria.

Ok, dovrò piegarmi a Facebook ed è brutto dire “piegarmi” perché vuol dire già partire con il piede sbagliato, partire senza quell’entusiasmo che deve animare ogni lancio nel futuro (che futuro? Facebook ormai è il passato…).

Però io non sono allenato a Facebook, mi manca il tipo di comunicazione per Facebook.

Provo a fare un po’ di allenamento qui, dove almeno so che i miei lettori sono “lettori e basta” e non “amici” o “amici degli amici”.

C’è bisogno di diffondere l’attività motoria. E’ necessario per stare bene, è necessario per contenere i costi di un sistema sanitario che costa mediamente ad ogni cittadino italiano circa 2000 euro all’anno.

Attività motoria vuol dire camminare, fare le scale, andare in bicicletta e pure fare un po’ di ginnastica. Non conta se la ginnastica la fai a corpo libero senza nessuno che ti spia a casa tua oppure in una palestra super attrezzata con macchinari che costano una fortuna e dietro la supervisione costante di un tecnico che non ti molla un secondo. L’importante è fare movimento. Le modalità sono un dettaglio. Difficile morire di esercizio sbagliato, molto più facile morire di “movimento mai fatto”. Questo pressapochismo permea il mio sito in lungo in largo ed è la novella trita e ritrita che voglio diffondere con questo sito. Mi metto a disposizione per disquisire su ogni cavillo dell’attività motoria ed è una sfida che lancio a chi non si accosta al movimento perché “ha paura di sbagliare”. L’unico errore grave è non cominciare mai o procrastinare in modo indecente l’inizio di un piano di preparazione fisica.

Su questo sito faccio politica, è inutile che ci diciamo balle, tifo spudoratamente per città più a  misura di pedone e di ciclista e questa è innegabilmente una scelta politica. Ho ancora da capire se di destra o di sinistra perché di politica non ci capisco un cavolo ma è comunque una scelta politica.

Ecco più sintetico di così non ce la faccio. Non so se su Facebook potrò essere più efficace.

Intanto continuate pure a scrivermi qui sopra che troverò il tempo per rispondervi in modo prolisso. Personalmente o sul sito ma comunque in modo prolisso che è il modo più istintivo e più “rapido” (sigh!) che mi riesce normalmente.