Domanda sulla “casetta avanzata per le bici”

Mi si chiede perché ritengo che la diffusione capillare del sistema della “casetta avanzata” per le bici sia, per conto mio, ancora più importante dell’elargizione del bonus biciclette.

 

Premesso che a caval donato non si guarda in bocca e che un contributo di 120 milioni di euro per l’acquisto delle bici è comunque un grande segnale di buona volontà, io speravo molto nell’idea geniale della “casetta avanzata” perché era praticamente stata promessa come il bonus bici ma pare che delle due promesse ci sia la volontà di mantenere solo quest’ultima.

Non mi ero illuso molto sulla effettiva attuazione di questo piano della casetta avanzata, almeno in modo sistematico e su tutto il territorio nazionale. L’operazione più o meno sarebbe costata materialmente circa come il bonus biciclette ma avrebbe avuto riscontri di carattere sociale decisamente più impattanti.

E’ inutile negare che esista su tutto il territorio nazionale, un costante conflitto fra auto e bici ed esiste perché non esiste una efficiente rete di piste ciclabili in Italia, sul modello dei paesi del Nord Europa. L’idea di incentivare l’acquisto di circa mezzo milione di biciclette (più o meno il numero di bici che potranno essere vendute con la copertura finanziaria di 120 milioni di bonus) è piuttosto ininfluente in questa guerra. Probabilmente ci sarà qualche ciclista in più per le strade ma su una base di circa trenta milioni di automobilisti mezzo milione di ciclisti in più non è che pesino molto.

Altra osservazione: non è che gli italiani la bicicletta in garage non ce l’abbiano nemmeno, molti utilizzeranno questo bonus per cambiarla con una più bella. Insomma pare un bonus un po’ sullo stile di quelli famosi per la rottamazione auto che avevano un impatto ecologico praticamente nullo (se non addirittura negativo con l’immissione di tanti nuovi rottami nell’ambiente) ma servivano essenzialmente a dare ossigeno al mercato della sofferente industria automobilistica perennemente in crisi perché non ha il coraggio di rinnovarsi e di abbandonare la pista del petrolio.

Piuttosto che un  bonus rottamazione auto decisamente meglio un bonus bicicletta, per carità almeno riusciamo a spostare un attimo l’attenzione dall’auto alla bici, però una mossa politica decisiva, coraggiosa di forte impatto e utile a far cambiare davvero stile agli italiani sarebbe stata quella di favorire l’uso della bici più che l’acquisto di nuove bici.

Io sono convinto che se in Italia si potesse davvero usare la bici con meno problemi di quelli che ci sono adesso il mercato della bici avrebbe un’impennata storica perché, anche senza incentivi, molti acquisterebbero bici nuove a automaticamente, in tal modo si alimenterebbe anche un giro dell’usato che andrebbe a soddisfare anche le esigenze dei meno abbienti. I soldi per l’auto elettrica non ce li ha quasi nessuno visto che costa ancora cifre spropositate, i soldi per le bici elettriche per fortuna li hanno in molti, i soldi per una comune bici usata li hanno praticamente tutti, il problema è come usarla e dove usarla senza rischiare la vita.

La “casetta avanzata” non è la mossa strategica che risolve in un colpo solo tutti i problemi della mobilità nel traffico dei ciclisti ma avrebbe un impatto mediatico e pure metodologico fortissimo. L’automobilista, nella maggior parte dei casi continua ad usare l’auto anche in città perché ha fretta, nel momento in cui lo metti in coda alle bici e crei i presupposti perché la bici possa arrivare prima dell’auto tantissimi automobilisti cambiano idea. Senza discriminare nessuno l’auto in città deve poter restare un opzione solo per chi non ha altre possibilità, disabili, anziani non molto efficienti e altre persone che non hanno la possibilità di usare la bici non devono essere penalizzate troppo da queste scelte ma devono comunque fare i conti con un’evoluzione del traffico che non può restare sempre con le norme degli anni ’60. Pertanto chi usa l’auto, che si spera possa essere un numero abbastanza contenuto di soggetti (anche perché parallelamente deve necessariamente essere potenziato il trasporto pubblico) dovrà fare i conti con una nuova realtà, non potrà più scorrere come se nulla fosse e dovrà pazientare almeno fin che non ha raggiunto le strade e scorrimento veloce che compatibilmente con la lotta agli incidenti stradali resteranno normate più o meno come prima. E’ chiaro che chi vive in un centro abitato e si trova in coda alle biciclette fin che non raggiunge la tangenziale frigge in tale situazione ma non ci sono altre soluzioni se si vuole davvero dare nuovo ossigeno alle città.

Con questo spirito io dico che il bonus per le biciclette è senz’altro una cosa gradita, un segnale di attenzione verso il mondo della bicicletta, purtroppo quel mondo se vuole vincere la battaglia contro le auto che è ciò che di fatto frena l’espansione dell’uso della bici sul nostro territorio ha bisogno di mosse più coraggiose, più energiche e più impattanti sul nostro stile di vita. Che chi sostiene a spada tratta il sistema dell’auto sullo stile degli anni ’60 non sia d’accordo è lapalissiano. E’ indubbiamente una battaglia politica. Il partito dell’auto contro quello della bici. Quello dell’economia contro quello della salute. E’ il tema dei nostri giorni. Non nuovo se pensiamo che a Taranto stanno giocando questa partita già da un bel po’ di anni.