COLMARE IL BUCO

Ieri sera parlavo con un mio compagno di gare di qualche annetto fa (non diciamo quanti, diciamo solo che nel 1982 aveva fatto il record italiano dei 600 metri della categoria cadetti) e diceva, un po’ a sorpresa, che lui alla fine ha mollato perché non c’erano molte gare. La dichiarazione sembra strana e disorientante ma, se ci penso bene, alla fine io ho mollato per lo stesso motivo. Diciamo che io non ho “mollato” mi sono semplicemente fracassato impedendomi di proseguire la carriera almeno fino a quei 28-30 anni che ti possono mettere tranquillo sul fatto di aver giocato tutte le cartucce. Non è vero che non ci fossero gare ma mancavano gare di un certo tipo e ancora adesso, molto tempo dopo quel problema esiste. E’ come se esistessero due attività ben distinte: una di tipo amatoriale dove qualsiasi cosa combini va bene tanto fa bene alla salute ed una di tipo professionistico dove se sgarri sei fuori dal circo e non puoi proseguire perché proprio non ti fanno gareggiare. Allora senza falsa modestia diciamo pure che ad un certo punto anch’io come il mio amico che ha fatto risultati eccezionali nelle categorie giovanili, molte gare le vincevo senza problemi e dovevo andare un po’ in giro e cercare gare per fare i cosiddetti tempi, per trovare qualcuno che corresse veramente forte da provare ad inseguire per fare risultati di notevole livello. A quel punto accadeva che le situazioni reali e concrete nelle quali poter cercare questi tempi non erano poi tante e se non venivano cercate con una certa accortezza e pure centrate al momento giusto era difficile poi rimettersi in carreggiata per competere con i più forti. Anche a me è capitato di organizzare personalmente una “gara non gara” fra amici (con tanto di lepre) perché a fine agosto (momento di massima forma nell’atletica vera) se non sei un atleta da Olimpiadi gare di un certo interesse fai fatica a trovarne. Questa cosa permane un po’ ai nostri giorni ed è come se passasse il messaggio che l’atleta di valore medio alto ad agosto può solo che guardare alla televisione il professionista, salvo andare a scatenarsi a metà settembre o a fine settembre quando la forma è già saltata ed i giochi per le grandi competizioni sono finiti. Io ed il mio amico abbiamo reagito entrambi in modo sbagliato a questa situazione, lui si è scoraggiato ed ha lasciato perdere progetti un po’ ambiziosi di un’atletica di alto livello, io mi sono colpevolizzato di non aver avuto la freddezza del cecchino necessaria per centrare quel paio di occasioni utili e ho detto a me stesso che dovevo semplicemente prepararmi di più per arrivare a quei pochi appuntamenti importanti con una sicurezza superiore. Abbiamo fatto entrambi lo stesso errore, non abbiamo avuto pazienza. Sia io che lui invece di metterci fretta dovevamo concederci qualche colpo in più (qualche stagione in più) per poter centrare i tempi necessari ad entrare nel circuito delle “gare vere”. Ora, circa quarant’anni dopo io dico che tutte le gare erano vere e lo sono ancora ed è proprio per questo che non si può fare un atletica di serie B che sfrutta solo una parte di stagione agonistica ed un atletica di serie A che sfrutta la parte migliore. Sarebbe come se il campionato di calcio di serie A giocasse da settembre a maggio e quello di serie B lo facessero giocare da maggio a settembre. E’ vero che nel periodo estivo si giocano anche i mondiali ma i campionati di tutte le serie si disputano in un calendario che è unico per tutti. Tale concetto della calendarizzazione è importante non solo come fattore di prestazione per far si che anche l’atleta di livello non eccelso possa esprimersi al meglio nel momento di massima forma, ma anche da un punto di vista psicologico. E’ deprimente pensare che se non sei al top a luglio e ad agosto non troverai gare da fare perché sono riservate esclusivamente agli atleti della nazionale. Insomma c’è un buco ideale ma anche reale, concreto, fra attività di vertice e attività di base che crea una separazione netta fra le due che non fa bene a nessuno. Se le gare dei ragazzini sono concentrate soprattutto nel periodo scolastico perché poi i genitori se li pigliano e se li portano al mare, quello è un problema organizzativo che può essere risolto anche organizzando parecchie gare per i ragazzini nei mesi di aprile, maggio e poi in settembre quando tutti i ragazzini sono in attività, ma l’atletica degli adulti non può avere il buco di nero di luglio e agosto di quelli che invece di gareggiare devono solo guardare l’atletica per televisione.

Ecco, dopo i trionfi dell’atletica dei big a me piacerebbe che si cominciasse a pensare anche ad una buona atletica di quegli atleti che pur non essendo da finale olimpica hanno la buona volontà di gareggiare nei mesi migliori per l’atletica leggera che sono inequivocabilmente luglio ed agosto. Non so se sia anche un problema di reperire il necessario numero di giudici, tutto sommato penso che se i giudici per le manifestazioni di alto livello ci sono si possano trovare anche per quelle di livello meno elevato. E’ chiaro che chi cronometra a Tokyo al venerdì non può cronometrare a Villafranca il sabato ma con un po’ di buona volontà ci si può arrivare. Sono piccole cose che possono servire per una grande atletica.