COERENZA E NECESSITA’

Mi chiedono spesso come faccio ad avere il coraggio di dare consigli su Internet per l’attività motoria se ho un minimo di coerenza con la mia professione.

La domanda è una domanda chiave per capire il mio ruolo qui sopra.

Sono il primo ad affermare che dare consigli sull’attività motoria via Internet è molto difficile se non quasi impossibile e, non a caso, insisto sempre nel chiedere ai miei interlocutori se non hanno una figura di riferimento per l’attività motoria con la quale discutere i vari quesiti. Quando questa persona c’è mi blocco subito e mi limito a considerazioni molto generiche per non intralciare assolutamente il lavoro di quel tecnico che ha la fortuna di seguire l’allievo “dal vivo”.

Rischio di passare per poco coerente quando, in mancanza di questa figura di riferimento, mi lancio a dare consigli che, per generici che siano, possono avere un gran peso sul modo di affrontare l’attività motoria dei miei interlocutori.

Per mitigare il giudizio sulla mia mancanza di coerenza nei confronti di questi soggetti devo chiarire bene un concetto fondamentale per interpretare “l’emergenza sedentarietà”.

In tema di attività motoria l’errore più grande, imperdonabile e fonte di rischio per patologie anche gravi è non svolgere alcuna attività motoria.

Gli italiani hanno un atteggiamento nei confronti dell’attività motoria che è opposto a quello che hanno nei confronti dell’uso delle medicine.

Mentre sono grandi consumatori di medicine di tutti i tipi, che a volte prendono anche senza pensarci troppo su e senza aver prima consultato il medico di base, sono fin troppo prudenti nei confronti dell’attività motoria che hanno paura di somministrare in modo scriteriato al loro organismo quasi come se fosse una sostanza potenzialmente molto pericolosa ed in grado di scatenare chissà quali reazioni allergiche se non debitamente dosata. Con questa scusa, molto spesso, se non possono contare sull’assistenza di qualche tecnico che li sprona a muoversi in un certo modo, proprio non si muovono per nulla.

Tra alcuni giorni, il nostro Ministero della Salute dovrà dare dei chiarimenti in merito all’ormai arcaica questione dell’obbligatorietà dei certificati medici per svolgere attività fisica. Non si capisce mai quali tipologie di attività fisica devano sottostare alla produzione di un certificato medico per poter essere svolte e quali sono esenti da questo onere. In conseguenza di tale mancanza di chiarezza gli ambulatori sono intasati da soggetti sani che chiedono di fare esami anche piuttosto sofisticati perché, nel dubbio, tutti si mettono a chiedere certificazioni di tutti i tipi. Alla fine i soggetti davvero a rischio si trovano a dover attendere più tempo per fare quegli esami per il semplice motivo che, giustamente, l’esercito delle persone che svolgono una qualsiasi attività fisica è fortunatamente abbastanza numeroso. Anche per questo è stato chiesto un chiarimento al Ministero visto che negli obiettivi della legge c’era di semplificare le procedure e di alleggerire gli oneri con il chiaro intento di diffondere l’attività motoria a tutti i livelli e non ci si prefiggeva certamente l’obiettivo di intasare gli ambulatori con gente sana che ha la sola presunzione di voler restare sana.

In quest’ottica io suggerirei al Ministero, molto semplicemente, di sancire l’obbligo di produzione di certificato medico per la sola categoria dei sedentari cronici che è quella effettivamente più a rischio per patologie di una certa importanza. Purtroppo questa originale proposta non può venire presa in considerazione non perché non sia razionale ma molto più tristemente perché gli italiani sedentari cronici sono veramente troppi e una norma del genere andrebbe ad intasare gli ambulatori in modo ancora più drammatico di quanto già sta accadendo adesso.

E’ questo il concetto per il quale io mi permetto il lusso di dare consigli su  Internet a chi non ha nessun tecnico e vuole iniziare a muoversi in qualche modo. C’è un’ emergenza, il sistema sanitario non ha i numeri per far fronte tempestivamente a questa emergenza, bisogna inventarsi qualcosa per affrontarla.

La prevenzione primaria che si attua attraverso l’attività motoria non può attendere i tempi della prevenzione secondaria che è altrettanto importante ma ancora più onerosa e necessita, per essere messa in atto su larga scala, di tempi molto lunghi.

Fintanto che non abbiamo monitorato tutta la popolazione, e chissà se saremo mai in grado di farlo, non possiamo permetterci il lusso di sconsigliare di praticare attività fisica a chiunque perché questa è una mossa azzardata e certamente infruttuosa nel contesto della salute generale della popolazione. La capacità di individuare nel modo più preciso possibile una serie di soggetti che necessita in modo urgente di accertamenti medici per essere tranquillamente avviata ad un’attività motoria per la salute è una dote certamente richiesta ai medici di base che hanno nell’individuazione dei problemi di grossa portata dei loro pazienti un compito istituzionale che prescinde dal fatto che questi siano sedentari o meno. Il paziente “pericoloso” non è tale nel momento in cui si iscrive ad un corso di ginnastica ma lo è sempre e, come tale, va giustamente indirizzato, senza essere terrorizzato, verso l’espletamento di alcuni accertamenti in ogni caso e comunque. Vietare la pratica di una normale attività motoria a tale soggetto vuol dire aver accumulato un ritardo di diagnosi di un qualcosa di importante che merita una corsia preferenziale in termini di urgenza rispetto alla popolazione normale.

Il concetto dunque deve essere che, in assenza di situazioni del tutto particolari e, per fortuna molto rare, tali da sconsigliare la pratica di una qualsiasi attività motoria, il cittadino qualunque deve essere caldamente invitato a prendere parte alle varie attività organizzate anche a scopo di profilassi sanitaria e gli eventuali utili accertamenti medici vanno eseguiti con calma, quando possibile, in tempi successivi.

Una normale colonscopia viene indicata come esame utile per una gran fascia di popolazione per quanto è vasta la diffusione del terribile tumore al colon. Le liste di attesa sono anche molto lunghe e non per questo chi attende di sottoporsi a tale esame si comporta fino al giorno dell’esame stesso come se fosse un potenziale portatore di tumore al colon. Se tale sospetto è molto grave e fondato, infatti, non si lascia certamente il paziente attendere un anno con il rischio che la patologia degeneri in modo inarrestabile ben prima. Così con riferimento ad altre patologie non si ferma nessuno in attesa di accertamenti diagnostici se non c’è un dubbio molto grave di presenza di una certa malattia, in quell’ipotesi si trova sempre la strada, al limite anche il ricovero ospedaliero, per affrettare i tempi di una situazione che non è sotto controllo.

L’attività motoria è un’ urgenza, molti sono capaci di autogestirla egregiamente anche senza essere assistiti da tecnici del movimento, altri hanno dubbi amletici che è importante riuscire a dipanare in tempi brevi anche perché molto spesso tali dubbi sono solo banali scuse costruite per procrastinare l’adozione dell’attività fisica come strumento di salute. L’ideale sarebbe poter garantire a tutta la popolazione l’assistenza per l’attività motoria e anche la possibilità di svolgere gli accertamenti medici suggeriti di volta in volta dai medici di base per poter svolgere con tranquillità tale attività. Di fatto molti devono arrangiarsi, addirittura chiedendo consigli via Internet. Inutile stupirsi se anche gli accertamenti medici per svolgere determinate attività motorie non sono gratuiti ed immediati, c’è almeno da augurarsi che possano essere a prezzi accessibili e ragionevolmente effettuabili in tempi brevi per chi ne ha davvero bisogno. Per chi pare poterne fare a meno, almeno nel breve periodo, c’è anche da augurarsi che non siano dichiarati obbligatori e vincolanti per poter iniziare l’attività fisica perché ciò costituirebbe serio ostacolo alla diffusione della prevenzione primaria.