CI VUOLE UN FISICO BESTIALE

E’ il titolo di un azzeccato brano di Luca Carboni di più di vent’anni fa questo, un brano nel quale elencava una serie di attività per le quali occorre un fisico bestiale. Ma ne dimenticava una. Ci vuole un fisico bestiale anche per guardare i Giochi Olimpici alla televisione, provare per credere. Era forse dai Giochi di Los Angeles del 1984 che non mi facevo una overdose di televisione paragonabile a quella di questi giorni e mi sono reso conto che il mio fisico non è più quello di tempo.

Mi vengono in mente le riviste di automobili quando provano un’ autovettura in tutte le condizioni e dopo scrivono in copertina: “Abbiamo provato per voi…” Ecco io ho provato per voi a fare il sedentario e pure un po’ barando perché a questa infinità di ore passate davanti allo schermo ho abbinato delle ore di attività fisica altrimenti mi internavano. Non c’ dubbio che esagerare con la sedentarietà sia molto peggio che esagerare con l’attività fisica. Se uno non è allenato rischia di rimbecillirsi in pochi giorni.

Mi sono reso conto che ero al limite la seconda volta che il pubblico brasiliano ha fischiato Gatlin, ho rischiato di tirare qualcosa contro il televisore senza pensare che il televisore non ne ha nessuna colpa: è solo uno stupido elettrodomestico che schiacci un bottone si accende e se lo schiacci un’ altra volta si spegne.

Quando hanno fischiato Gatlin la seconda volta stavo cedendo perché ero più stanco della prima, debilitato da altre ore di televisione accumulate a quelle che già avevo subito prima dei primi fischi a Gatlin. Ho pensato che il pubblico brasiliano è veramente incompetente ma se fossi stato lucido la seconda volta non dovevo arrabbiarmi più della prima. Non è che in  due giorni gli organi di informazione possano spiegare che Gatlin probabilmente è uno degli atleti più onesti che ci sono in circolazione e che, a differenza di molti altri, non ha proprio nulla da nascondere. Era scritto che la disinformazione sul doping a Rio sarebbe rimasta tale e tutto quanto è accaduto non ha fatto che alimentare questa disinformazione, a partire dall’atleta trovato positivo alla stricnina, come se il problema nel 2016 fosse la stricnina che è il doping che usava Dorando Pietri oltre un secolo fa per stramazzare davanti alla Regina.

Quanti sono stati gli atleti trovati positivi a Rio? E’ questo l’antidoping del futuro? Quello che rileva la stricnina? Quello che serve per revocare le medaglie di quattro anni fa? Quello che se sei russo allora sei dopato?

Non mi sono mai dopato ma per affrontare un’ altra Olimpiade così io ho bisogno di un trattamento farmacologico perché fisicamente, di mio, non ho i numeri per farcela. Come telespettatore non ho i numeri per riuscire a sostenere una programmazione simile. Siccome non ho voglia di doparmi penso che alle prossime Olimpiadi ridurrò il numero di ore davanti alla televisione, non solo, se ci saranno ancora scene cruente di pubblico che fischia atleti vittime dell’antidoping cambierò canale.

L’eccesso di ore davanti alla televisione rallenta la circolazione del sangue e diminuisce l’ossigenazione del cervello, dopo un po’ ragioni male e, complice qualche elemento dello sport televisivo che non è del tutto chiaro, invece che divertirti rischi di arrabbiarti.

Mi sono divertito a vedere lo scanzonato Christoph Harting, elegante, regale ma colpevole di non aver osservato un comportamento religioso all’alzabandiera.

La bandiera che è mancata in queste Olimpiadi è stata quella del Cio. Una italiana ha avuto la geniale idea di sventolare quella europea e, nello spirito, ci si è almeno avvicinata. E’ stata pure criticata. Ma cos’ha la bandiera europea che non va? Deve pagare le scorrettezze di alcuni governanti la bandiera europea? Se così fosse quante volte avremmo dovuto bruciare quella italiana?

Se fosse per me abolirei il medagliere. Alimenta insani nazionalismi e copre il vero spirito olimpico che è la partecipazione sotto un’unica bandiera che è quella dei cinque cerchi. Le Olimpiadi sono una festa di tutti i popoli non della nazione che vince più medaglie. Ci sono quattro anni di tempo per correggere a livello mediatico alcuni dettagli che ai più possono sfuggire ma che sono molto importanti. Le Olimpiadi possono continuare a giocare un ruolo fondamentale nella propaganda dello sport per tutti. Fra questi tutti ci sono pure io che devo riprendermi da questa bombardata di televisione. Penso che lo farò andando a imitare Gatlin impiegandoci circa una volta e mezzo quello che ci impiega lui per fare i 200 metri. Per fare un’imitazione migliore proverò anche ad aggiungere un po’ di fischi del pubblico brasiliano, ma piano però perché non tutti possono capire…