CALDONE E ATTIVITA’ MOTORIA

Allenarsi con il caldo non è per niente facile. Poi siamo immersi in questo  riscaldamento globale che ci pone un problema in più nell’adattamento al caldo. Il sottoscritto crede poco alla panzana della normale fluttuazione climatica che a volte porta verso il caldo ed a volte porta il freddo. Ormai è da oltre quarant’anni che assistiamo ad una sempre minor incidenza di inverni freddi e ad una cronica inflazione di estati calde o almeno con sequenze di giornate calde capaci di stressare anche i più grandi appassionati del caldo. Non c’è da rassegnarsi, è assolutamente opportuno studiare che possibilità abbiamo di reagire a questo flagello. Probabilmente ciò comporta scelte di macropolitica sulle quali siamo chiamati a sorvegliare con attenzione, ma nel nostro piccolo possiamo solo studiare adattamenti personali e non far finta di niente come chi sostiene che l’inutile allarmismo è la componente più seria del problema. Le città di oggi brulicano di condizionatori non perché siamo diventati tutti insofferenti al caldo o perché l’industria dei climatizzatori si è piazzata molto bene sul mercato, molto semplicemente stanno diventando abituali temperature per le quali nelle estati di qualche decennio fa era sufficiente sopportare per qualche giorno e poi si tornava a respirare. Non è più così, l’inflazione degli impianti di condizionamento aumenta ulteriormente la temperatura dei nostri centri urbani ad alta densità e giustamente nessuno se la sente di rinunciare rischiosamente alla climatizzazione per abbassare la temperatura della città…

Il dilemma che si pone è se provare a fare gli eroi allenandosi come nulla fosse o se stravolgere le nostre abitudini proprio in base al caldo. Chi ha letto qualche altro mio articolo, di qualsiasi altro argomento, la risposta ce l’ha già. Io sono sistematicamente per i comportamenti non eroici. Gli eroi non mi piacciano nemmeno nei fumetti. Ritengo persino pericoloso ed assolutamente sconsigliabile continuare ad allenarsi come se nulla fosse. Sono anche convinto che l’allenamento strappato al caldo non serva a nulla e anzi possa contribuire a far regredire lo stato di forma dell’atleta.

Di fatica con il caldo se ne fa, eccome, se ne fa addirittura per sopravvivere, figuriamoci per allenarsi. La fatica per allenarsi con il caldo per conto mio deve essere di tipo organizzativo. Non si può assolutamente ignorare il caldo, è opportuno essere pronti a modificare la propria giornata a seconda dell’ondata di calore, più o meno improvvisa. Da evitare il disfattismo più assoluto del tipo “Fin tanto che non passa questa ondata di calore interrompo gli allenamenti”, evitare pure il panico totale, non tutti gli allenamenti vengono ugualmente condizionati dal caldo eccessivo. Un esempio fin troppo facile da citare è quello del corridore di medie distanze che avendo in programma allenamenti su brevi distanze e altri su distanze più lunghe colloca nei momenti più caldi quelli sulle distanze brevi. Parlando di velocità pura il caldo può essere quasi ininfluente ai fini dello svolgimento della seduta di allenamento. Basta allungare un po’ i recuperi e magari diminuire il numero delle prove nella seduta, la qualità è garantita da un’ottima efficienza del sistema muscolare che con il caldo è al top. Non a caso si fanno i records del mondo dei 100 metri anche con temperature molto elevate. Diverso il discorso per gli allenamenti sulle lunghe distanze. Se un atleta un giorno ha in programma una corsa lunga su un chilometraggio per nulla trascurabile, anche se questa seduta di allenamento è in programma a ritmi blandi fa bene a spostarla come orario o a rinviarla se arriva l’ondata di caldo improvvisa. Correre per lunghi chilometraggi con il caldo, anche a bassi ritmi, è pericoloso ancor più che faticoso e pertanto la prima fatica da fare è quella di rompersi le scatole a riorganizzare la giornata in modo tale da evitare il caldo peggiore. Ma c’è pure chi fa le gare nel deserto… Chi fa quel tipo di gare ci insegna che una delle cose più importanti è proprio l’allenamento alle condizioni climatiche e pertanto è il primo testimone di una situazione che non può assolutamente essere trascurata. Se dovete fare quel tipo di gare chiedete proprio consiglio a chi le ha già fatte, se dovete prendere parte a gare normali non sobbarcatevi anche lo stress di un allenamento climatico che è certamente molto pesante e che non vi porterà alcun vantaggio in presenza di situazioni normali. Alcuni che partecipano a gare normali si allenano con il caldo perché dicono “Se poi c’è la gara con il caldo vado bene lo stesso”. Non vai bene lo stesso perché puoi fare tutto l’allenamento climatico che vuoi che comunque se ci sarà molto caldo sulle lunghe distanze rendi molto meno che con il fresco, chiaramente se sei molto allenato climaticamente potrai avere un peggioramento di prestazione, in caso di caldo esagerato, inferiore a quello di atleti che il caldo eccessivo l’hanno evitato con cura. Insomma il mio consiglio è di allenarsi nelle migliori condizioni climatiche ogni tanto sopportando un po’ di caldo ma non stoicamente ed in modo esagerato. Poi anche nella scelta delle gare si può farsi un po’ furbi. Mi è capitato di arrabbiarmi un po’ con la l’Area Master della Federazione di Atletica perché ha avuto il coraggio di mettere in programma gare su medie distanze alle ore 13 di qualche giorno di inizio luglio in qualche campionato italiano organizzato in cittadine tradizionalmente non troppo fresche in quei giorni. Visto che la mia opinione in proposito conta meno del due di picche il mio sistema era di scegliere una gara simile ma collocata in orario meno pericoloso. Io sono specialista degli 800 metri, in qualche modo riesco a correre anche i 1500 metri, sono olimpicamente disposto a cambiare specialità pur di correre ad orari meno improponibili d’estate. Se fosse per me, tutte le gare dagli 800 metri in su ai campionati amatori andrebbero collocate in orari non a rischio caldo, a costo di andare ad accendere i riflettori di sera per finire molto tardi. Nell’ambiente si vocifera che hanno paura di spendere soldi di luce, altri più maliziosi dicono che la Federazione ha una convenzione con l’INPS e mettendo le gare di mezzofondo degli amatori alle 13 con il caldo sperano di togliere dalle spese qualche pensionato in più.

Insomma, a parte scherzi il caldo non va proprio sottovalutato e gli sforzi organizzativi fatti per collocare l’allenamento (o comunque l’attività motoria per chi non si allena ma passeggia e basta) in orari più freschi hanno una grande importanza e saranno ripagati da una maggior efficacia ed utilità dell’allenamento. In caso di impossibilità assoluta di spostare la seduta di allenamento ad orari più consoni l’ipotesi di rinunciare del tutto all’allenamento in certi giorni non è da scartare, chiaramente, anche lì con un po’ di buona volontà si potrà trovare il sistema di fare qualcosa che sia più sopportabile con il caldo. Parlando di corse, citavo le corse brevi, in altri sport tutto ciò che ha a che fare con la rapidità può starci mentre tutto ciò che insiste sulla resistenza deve essere ben valutato ed, eventualmente, rimandato. Buon “minor caldo” a tutti.