Ancora su scuola, cultura e movimento

“Come sospettavo hai in testa un concetto di informazione che va oltre a quello che esprimevi trattando il movimento. Scusa se insisto e ti attribuisco affermazioni che non hai voluto esprimere ma, in sintesi, tu dici che la scuola non si evolve perché non ha nessun interesse a farlo? Ciao, grazie.”

Non è proprio quello che volevo dire ma ci va abbastanza vicino. Stiamo vivendo il sistema della pubblicità. E’ per quello che la televisione impera. Pubblicità e televisione sono collegate. I bambini imparano più dalla televisione che a scuola. A scuola possono pure raccontarti che troppe merendine fanno male alla salute ma poi a casa guardi la televisione e mangi le merendine perché l’informazione più importante che è passata è che devi fare i compiti e poi fare pure quel cavolo che vuoi. Ma il mondo lo cambi di più se smetti di mangiare le merendine. Quando sei grande poi ti danno 80 euro in più al mese per comprare più merendine. Ma la disoccupazione si combatte in altro modo. C’è gente che lavora troppo e gente che lavora troppo poco. La disoccupazione puoi combatterla davvero facendo lavorare di meno chi lavora troppo (e sono tanti) per far lavorare chi è senza lavoro. Ma è antieconomico. Ed allora bisogna trovare una strada per rendere conveniente la redistribuzione del lavoro. L’idea di far ripartire i consumi dando 80 euro in più ai consumatori non sta in piedi. Non siamo consumatori, siamo cittadini. C’è un bisogno terribile di occupazione nel settore dell’ecologia. E siamo fermi al palo. Siamo fermi al punto che se una grande industria deve adeguarsi ai nuovi standard per salvaguardare l’ambiente questa preferisce chiudere i battenti, licenziare mille persone e riaprire all’estero. Se non riusciamo a superare queste logiche non ci evolviamo. I concetti sono troppo vasti per essere riportati su un sito che tratta l’attività motoria e questa più che politica è fantapolitica.

Però sulla scuola voglio tentare di essere più preciso perché la scuola condiziona terribilmente il movimento. La scuola non si evolve. Essenzialmente è restata quella di sempre. Da una parte l’insegnante che insegna e da i voti, dall’altra l’allievo che impara e deve raggiungere un livello minimo di rendimento per poter proseguire gli studi.
Sembra che l’obiettivo più che imparare sia “proseguire gli studi”. Non conta ciò che hai imparato, conta ciò che hai fatto credere all’insegnante che tu abbia imparato. Se poi non hai imparato niente pazienza, l’importante è che l’insegnante creda che tu hai imparato perché è lui che ti valuta, è lui che ti da l’autorizzazione a proseguire gli studi. Se, per assurdo, hai imparato ma ciò che hai imparato ti mette in conflitto con l’insegnante (e ciò può accadere davvero nei livelli più evoluti di studio) devi far finta di nulla e fischiettare perché il conflitto con l’insegnante nella scuola italiana non è mai produttivo e deve assolutamente essere risolto se vuoi dormire sonni tranquilli. E’ la scuola dell’obbedienza, non la scuola della ricerca. Obbedisce al mondo del lavoro. Le materie umanistiche stanno per essere stritolate perché non servono al mondo del lavoro, anche pensare troppo non serve perché è un atteggiamento snobistico e radical chic. Questa è polemica sterile, trita e ritrita e sembra lo sfogo di uno studente che ha provato a rifondare la scuola nel ’68 ma è stato bollato e zittito, al più promosso col “sei politico” tanto perché stesse zitto. Invece io non ho fatto il ’68, l’ho solo subito ed ho frequentato la scuola delle due ore di educazione fisica alla settimana che, guarda a caso, è la stessa di adesso!

Copiamo gli americani in tutto e per tutto ma insistiamo a non volerli imitare nel sistema di gestione dell’attività fisica a scuola. In quel campo li ignoriamo come se fossero dei pazzi scatenati. Sulle merendine invece li imitiamo. Tante merendine come loro ma solo due ore di educazione fisica alla settimana, è perfino strano che i nostri bambini non siano più obesi dei loro. C’è che da noi esiste tutto un sistema parallelo di gestione dell’attività sportiva che tampona in qualche modo l’enorme falla lasciata dal sistema scolastico.

La mia provocazione di oggi non è sui contenuti della scuola ma sulla sua organizzazione. I contenuti sono già una cosa sofisticata che possono tentare di rivedere criticamente gli studenti più grandicelli. L’organizzazione invece riguarda già i bambini della scuola elementare, purtroppo. E’ una scuola dove si sta troppo sui banchi, anche perché mancano gli spazi alternativi al banco. Le strutture per l’attività motoria, per il gioco, non esistono. Anche lì ci sarebbe gran tanto da lavorare, alla faccia del fatto che in Italia manca il lavoro. Una scuola efficiente ricrea un buon equilibrio fra numero di ore passate sui banchi ed ore dedicate al gioco. Vai a spiegare ai bambini italiani che giocano troppo poco perché mancano le strutture per farli giocare, perché l’economia la mandiamo avanti con le merendine invece che con l’edilizia scolastica. Questa è politica ma è anche cultura. Le strutture vengono costruite se le chiedi. Allora il primo passo è far giocare di più questi bambini, anche con le strutture che abbiamo ora. Non trincerarsi dietro alle scuse burocratiche per impedire loro il movimento. “Qui non si gioca perché è troppo pericoloso!” Certo se è pericoloso bisogna richiedere a gran voce la struttura idonea ma è opportuno anche pensare che la cosa più pericolosa è stare troppe ore sul banco.

La rivoluzione della scuola parte dalla scuola elementare. Una scuola più a misura di bambino con più tempo dedicato al gioco è quanto di più civile ed innovativo si possa auspicare adesso. Certo se aspettiamo che questo tipo di scuola ce la chiedano i bambini aspettiamo un po’ troppo. I bambini continueranno a chiedere la merendina perché guardano troppa televisione, così come i più grandi sono ancora lì a studiare tutte le strategie per strappare la promozione con i migliori voti perché questi sono i contenuti che passa la televisione. Una scuola critica stronca la televisione ma questo è già un discorso che, più che il gioco… riguarda lo sport di alto livello!