Altro commento sui problemi estetici

“Quando dici che ognuno deve fare il suo mestiere dimentichi che esiste una branca della chirurgia che si chiama chirurgia estetica e come esiste questa perché non può esistere una parte di scienza del movimento che abbia finalità puramente estetiche? Se con un certo tipo di esercizio fisico posso evitare di rivolgermi al chirurgo estetico lo faccio ben volentieri anche se le quantità di esercizio fisico alle quali bisogna sottoporsi sono considerevoli…”.

Ho capito il concetto, c’è che io non sono un insegnante di educazione fisica “estetico” e mi urta i nervi che il solo appellativo “personal trainer” faccia pensare ad una persona che si occupa prevalentemente di problemi estetici. Torno a ribadire che il personal trainer si occupa prevalentemente di attività fisica per la salute così come la maggior parte dei chirurghi si occupano di restituire la salute ai loro pazienti più che un aspetto gradevole. Poi so benissimo che esiste pure una branca della chirurgia e pure in grande evoluzione che si occupa essenzialmente di problemi estetici ma so anche che questa è in stretto contatto con il lavoro degli psicologi e certi interventi non vengono proprio eseguiti se il paziente non è prima passato dallo psicologo. Ecco, per me sarebbe abbastanza professionale se anche nel nostro settore, quando uno si rivolge a noi per problemi estetici, fosse fatto passare prima dallo psicologo per stabilire se questo “problema estetico” è davvero un problema concreto o non è piuttosto un problema psicologico legato a chissà quale situazione di stress.

Quello che non mi stanco di ripetere è che a fronte di qualche migliaio di persone che ha veri problemi estetici che possono essere affrontati anche con un buon piano di preparazione fisica ci sono circa 20 milioni di italiani che hanno assolutamente bisogno di incrementare un po’ la loro attività fisica per motivi che non c’entrano nulla con i problemi estetici e sono invece ben più gravi ed urgenti. Se ci perdiamo sulle impellenti esigenze di quelli che hanno i problemi estetici rischiamo di perdere di vista quelli che non si rendono conto di minare la loro salute con una sedentarietà decisamente pericolosa.

Sul piatto della bilancia abbiamo i problemi estetici di un certo numero di persone che non è così elevato come si possa pensare (perché molti di questi in effetti sono solo problemi psicologici e non effettivamente “estetici”) contro i problemi di salute di un numero di persone che è decisamente più elevato di quello che si possa immaginare e che non si rendono nemmeno conto di essere soggetti a rischio di patologie serie se non cambiano abitudini motorie. Mentre i primi per essere risolti necessitano di piani di allenamento che non sono per niente facili da formulare e non sono di sicuro successo ai secondi è sufficienti proporre poche cose semplici per essere sicuri già di un veloce ed efficace miglioramento della situazione.

Per tornare all’esempio con la chirurgia estetica,  che io apprezzo e sono ben contento che sia in netta evoluzione, sarebbe come se ad un certo punto i chirurghi fossero diventati tutti specializzati in chirurgia estetica e non ci fosse più uno che ti fa un’ appendicite o ti trapianta un rene o ti toglie una ciste che deve essere assolutamente levata.

La realtà, e ditemi pure che è da preti e non da insegnanti di educazione fisica, è che mai come oggi si è data tanta importanza all’esteriorità più che alla sostanza delle cose e così anche in tema di attività motoria se c’è un attività fisica che ti può scolpire un fisico alla moda chi se ne frega se è un’attività che invece che fare bene alla salute fa danni e viceversa se esiste un’attività fisica, anche facile e divertente, che ti fa bene alla salute non ci interessa se questa non è in grado di cambiarci il fisico.

Si arriva al paradosso che non si prova nemmeno a mettersi a fare un po’ di sana attività fisica perché si sa benissimo che per stravolgere il proprio fisico ne occorrono quantità industriali quando si ignora che per stare bene invece ne basta abbastanza poca. Poca ma costante e senza “grilli per la testa”. Tanto per essere precisi.